I coralli si sarebbero evoluti negli abissi e non negli strati più superficiali del mare: questa la conclusione raggiunta dagli studi del ricercatore Alberto Lindner, dell’Università di São Paulo in Brasile, pubblicata su Science. La sua teoria ribalta le tradizionali convinzioni in materia, contraddicendo la tesi più diffusa sull’evoluzione dei coralli, secondo la quale questi, insieme ad altri animali marini, si sarebbero sviluppati in origine negli strati superficiali del fondale, per poi migrare verso quelli più in profondità. “Se osserviamo il Dna e i fossili di questi animali”, ha spiegato Lindner, “possiamo notare come queste trasformazioni e questi cambiamenti di habitat abbiano dato vita a specie diverse nel corso del tempo. La struttura scheletrica di certi coralli, inoltre, suggerisce che questi esseri viventi abbiano comunque avuto a che fare con predatori e altri animali fin dai primordi. Ciò dimostra quanto sia sbagliato credere che l’ecosistema dei profondi fondali sia deserto e statico”.


Studiare i coralli e capire come essi si siano evoluti è la chiave di volta per capire le origini della vita stessa, poiché si tratta di forme antichissime. Brendan Roark, paleoceanografica presso l’Università di Stanford, spiega: “In base agli studi effettuati, risulta che alcune specie avrebbero più di quattromila anni di età. Ciò significa che alcune colonie di coralli esistevano già nell’età della pietra: veri e propri fossili viventi”. Molte di queste specie hanno sviluppato il proprio scheletro in modo simile al tronco di un albero: le fasi della crescita e le diverse condizioni ambientali e di accrescimento si possono “leggere” negli anelli concentrici che li compongono. Una sorta di archivio delle condizioni del mare, secolo dopo secolo. Analizzare la loro composizione chimica consente ai ricercatori di tracciare una mappa dell’evoluzione oceanica e permette di capire quali potranno essere le future evoluzioni dell’habitat marino. Le ricerche scientifiche in questo settore sono però molto complesse e costose. J. Murray Roberts della Scottish Association for Marine Science ha perciò deciso di finanziare un programma scientifico ad hoc, chiamato Trans-Atlantic Coral Ecosystem Study (TRACES). Al progetto lavoreranno ricercatori provenienti da Canada, Stati Uniti e Unione Europea, che condurranno crociere esplorative nella parte nord dell’Oceano Atlantico, per studiare le condizioni ambientali di questi fondali ad alte profondità. I risultati ottenuti dal TRACES serviranno per valutare possibili soluzioni al problema del cambiamento climatico e della sopravvivenza dei preziosi esseri viventi.