Lo scorso 17 maggio a Roma i rappresentanti di 15 Consorzi Interuniversitari di Ricerca Tematica (CIRT), hanno presentato le loro migliori best practices durante un incontro con il Rettore di Tor Vergata, Vicepresidente della CRUI, prof. Giuseppe Novelli. La giornata, fortemente voluta dal CoNISMa, è stata promossa in seguito alla interrogazione parlamentare della Senatrice Rosa Maria Di Giorgi, in cui si chiede conto al Ministro Stefania Giannini di come il MIUR stia considerando questi importanti organismi di ricerca.

cirt_crui

Lo scopo dell’incontro era ribadire il ruolo dei CIRT come complementare e non alternativo agli atenei nella ricerca e lanciare un appello per reintrodurre gli stanziamenti previsti per i CIRT nel Fondo di finanziamento ordinario (FFO), drasticamente ridotti dal MIUR fino al loro azzeramento nel 2013 e nel 2015 (e per ora assenti nella bozza di FFO 2016), con evidenti discontinuità nelle attività di alcuni CIRT e conseguente difficoltà nella capacità di elaborazione progettuale e nel reperimento di ulteriore risorse per la ricerca.

L’importanza che i CIRT svolgono per il sistema Ricerca è nei numeri delle loro attività: progetti per alcune decine di milioni di euro all’anno, quasi un migliaio di borse e contratti per giovani ricercatori, circa 80 unità di personale a tempo indeterminato. Sono numeri che contribuiscono ad arricchire e complementare le attività delle unità di ricerca degli atenei. Nel quadro del Programma Nazionale della Ricerca (PNR) i CIRT possono svolgere un ruolo funzionale al raggiungimento degli obiettivi e soprattutto a quello di cercare di acquisire il 10% dei fondi UE del programma Horizon 2020.

Come sottolinea la Senatrice Di Giorgi nell’interrogazione parlamentare, già “da diversi anni la legislazione, in coerenza con le politiche dell’Unione europea relative alla creazione dello spazio europeo della ricerca, tende a favorire la collaborazione interuniversitaria tra università ed enti di ricerca pubblici e privati”. Attraverso i CIRT, infatti si sono potuti creare network di ricerca tematica nel campo della scienza e tecnologia dei materiali, dell’informatica, delle telecomunicazioni, delle biotecnologie, delle scienze del mare, ad esempio, che hanno contribuito al progresso scientifico nazionale ed internazionale. Non a caso, questi network interuniversitari rappresentano il sistema universitario italiano, a titolo di esempio, nel Marine Board della ESF, nelle Infrastrutture Europee ESFRI-INSTRUCT ed E-RHIS (Roadmap 2016; nelle European Networks of Excellence MAGMANet, Nanofun-Poly, IDECAT e relativi Istituti Europei: EIMM Aisbl, ERIC Aisbl, ECNP Scarl; NEWCOM, SatNEx, nell’ETSI, nell’ ITU delle Nazioni Unite, nella European Federation of Biotechnology nei programmi ERANET, nel consorzio Europeo iNEXT; nelle reti COST; nei Cluster Europei (European Cluster on Catalysis, BBI Consortium ecc.).

I CIRT si sono sottoposti volontariamente ed onerosamente alla VQR 2004-2010 (Valutazione Qualità della Ricerca) dell’ANVUR (Agenzia Nazionale Valutazione Università e Ricerca) dando prova di ottima qualificazione e si stanno sottoponendo, sempre volontariamente e onerosamente, all’attuale VQR 2011-2014.

Il ruolo dei CIRT, ha sottolineato il Rettore Novelli, è essenziale per la ricerca del Paese ed è assolutamente complementare e non alternativo a quello delle Università: è auspicabile l’istituzione di un “Tavolo Tecnico” di confronto (tra rappresentanti del MIUR, CRUI e CIRT) sul ruolo pubblico dei CIRT per approfondire le caratteristiche, le attività e le potenzialità a fianco e in stretta collaborazione con gli atenei per ampliare le opportunità nel mercato della ricerca pubblica e privata”.

La CRUI, quindi, si farà promotrice di una richiesta formale al Ministro di reintegrare gli stanziamenti per i CIRT eliminati anche nella recente bozza di FFO del 2016.

Scarica il documento dei CIRT
Rassegna stampa: “la Repubblica”, “Il Sole24 ore”