Il 21 febbraio di trent’anni fa, la ricerca scientifica universitaria in mare ha gettato le basi per il suo futuro, grazie all’intuizione di Francesco Maria Faranda che, nella incrollabile certezza che da soli né si costruisce né si vince, fondò il CoNISMa. Ad avviare il Consorzio, quattro università: Genova, Trieste, Ancona e l’Istituto Universitario Navale di Napoli che oggi si chiama Università Parthenope.

Un anno dopo, le università erano già ventidue e si tessevano fitti rapporti con gli enti di ricerca e le società scientifiche interessate alle Scienze del mare; la visione prospettica di Faranda, che spese tutta la vita a dare impulso a questo campo del sapere, si riassumeva sì, nel motto “l’unione fa la forza”, ma si arricchiva di concetti moderni in cui, negli anni successivi, si sarebbe declinata la ricerca internazionale di tutti i settori: multidisciplinarietà ed interdisciplinarietà applicate ad un approccio olistico necessario alla comprensione e gestione della complessità di un ecosistema.

Nella sua relazione alla prima Assemblea delle Sezioni nazionali, il 15 novembre del 1995 Faranda rivendica che «nell’intestazione del nostro Consorzio, volutamente, non appaiono parole come “Oceanografia”, “Ambiente” e “Biologia”. È evidente che esse entrino nel contenuto della nostra attività, senza però assumere alcun ruolo totalizzante. Penso proprio che l’allargamento del sistema delle collaborazioni e interrelazioni non è solo importante per il potenziamento della multidisciplinarietà, quanto per la rilevanza dell’interdisciplinarietà, quando la stessa è evocata da reali esigenze di consolidamento e sviluppo delle basi conoscitive, nel processo di avanzamento delle stesse».

La visione prospettica di Faranda era corretta, ma negli anni in cui gettava le basi del CoNISMa, si scontrava anche con noti processi di razionalizzazione, soprattutto della spesa pubblica e con la frammentazione del sistema universitario: nel novembre del 1996 annotava, infatti che «l’Università (e con essa la ricerca scientifica e la formazione) … non può indebolirsi solo perché l’autonomia degli Atenei spinge i singoli verso l’autogestione». Nello stesso editoriale lamentava la mancanza di infrastrutture e di visione strategica dell’allora MURST, ma sette anni dopo, sarà proprio la sua visione a vincere e a realizzare quella infrastruttura che avrebbe dato ai ricercatori universitari marini lo strumento fondamentale: un laboratorio mobile polivalente, la N/R Universitatis.

Non sfuggivano, al “fondatore visionario” i peggiori nemici della sua creatura: tra molti, una falsa comprensione del CoNISMa che non ha mai voluto essere un competitor delle università ma, al contrario, uno strumento: «Credo che molti ritengano o abbiano ritenuto che il CoNISMa debba considerarsi sempre ed esclusivamente come una sorta di duplicazione delle Università e che quindi i ricercatori afferenti possano perseguire la cosiddetta “politica del doppio binario”, utilizzando l’Unità Locale di Ricerca solo come occasionale mezzo per procurarsi nuove risorse su versanti ordinariamente non esplorati. Si verifica, in tale circostanza, l’assurda situazione che la struttura universitaria vera e propria possa diventare la concorrente principale del Consorzio, cioè una sua diretta emanazione, o viceversa. E’ necessario superare una tale paradossale ipotesi pensando che il CoNISMa dovrà operare per portare alla ricerca marina universitaria nuove occasioni e opportunità, offrendo la possibilità di poter contare soprattutto su un ‘agile e rigorosa amministrazione e gestione, centrale o decentrata che sia. Quest’ultima notazione è importante per comprendere il significato dell’iniziativa CoNISMa».

Trent’anni dopo, l’idea di Faranda è ancora valida e il monito sempre ben chiaro anche ai ricercatori più giovani che vedono in CoNISMa un punto di riferimento della loro formazione.

Avanti tutta, quindi, ché la méta indicata dal nostro fondatore è ancora la stella di riferimento o, sarebbe meglio dire, il sole giallo del nostro logo.

Edoardo Papa

CoNISMa News numero 0 del 1995

CoNISMa News numero 2 del 1996